A partire da Kalhesa per arrivare ad Ellenia.

Venerdì
15 aprile al Giardino di via Biblioteca si è dato voce ad Ismé Gimdalcha e al
suo racconto della città di Kalhesa.
I
partecipanti, all’ombra della stanza verde realizzata da Giancarlo De Carlo al
Monastero dei Benedettini, hanno ascoltato e raccontato del loro rapporto con
la Città, intesa come un luogo di scambio di memoria, di relazione e di conoscenza.
A partire da Kalhesa, la città per cui Ismé Gimadalcha aveva progettato un
piano di risanamento di ferite e mortificazioni, siamo giunti in Ellenia
attraversando tutta Silenia.

L’incontro,
dedicato a riscoprire la figura di Giancarlo De Carlo, come scrittore si è
svolto attraversando idealmente gli anni della presenza dell’architetto in
Sicilia, ripercorrendo aneddoti e vicende che hanno caratterizzato i trent’anni
di progetti e cantieri dell’isola da lui seguiti. Gli interlocutori di Ismé
(pseudonimo di Giancarlo De Carlo), a cui ha dato voce Pamela Toscano leggendo
e interpretando alcuni passaggi del libro “Progetto Kalhesa”, sono stati
Ignazio Lutri, presidente di Inarch Sicilia, Francesco Mannino presidente di
Officine Culturali, Pippo Amadore e Antonio Carcione dello Studio di architettura
e ingegneria Ellenia+3, persone che, in modo diverso e per ragioni differenti,
si sono confrontati con il tema della Città, dell’Urbanistica, del riuso dei
beni comuni.
Il
viaggio da Kalhesa fino a Ellenia ha dato l’opportunità di riscoprire i sapori
delle verdure e i suoni dei dittonghi del siciliano, riparlare di Organika, la
grande organizzazione mafiosa che controlla e immobilizza ogni progetto su
Kalhesa; si è ripercorso il luogo dialogo tra De Carlo e Samonà, sono stati
messi al centro le riflessioni sui giovani silenidi che hanno intelligenza,
forza e creatività ma che vengono avvelenati per far sì che tutto resti come
prima, per far sì che il cambiamento non avvenga. In uno degli spazi più
significativi dell’architettura “decarliana” si è voluto così ricordare la figura
ottimista e generosa dell’architetto che, con il suo impegno civile, ha
contribuito a cambiare la storia dei Benedettini a Catania insieme alla vita di
alcune persone.Vai all’articolo dedicato all’incontro