Incontro con l’autore: Giuseppe Lupo e “L’albero di stanze”

Giovedì 23 giugno alle 18.30 presso il Monastore – il Bookshop del Monastero dei Benedettini verrà presentato il nuovo libro di Giuseppe Lupo, edito dalla casa editrice Marsilio, “L’albero di stanze”.

Giuseppe Lupo, docente di letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e di Brescia, nel suo ultimo romanzo ci regala la storia della famiglia Bensalem vissuta in una casa composta da stanze costruite una sopra l’altra. A partire dal suo capostipite, tra memoria e sogno, Lupo ci accompagna con un linguaggio limpido, esplicito e senza forzature in questa strana costruzione verticale che conserva la memoria degli uomini e donne che l’hanno abitata.
Vissuto negli ultimi giorni del 1999 il protagonista, Babel Bensalem, si ritrova all’interno del “L’albero di stanze” che nel secolo precedente ha immagazzinato e custodito la storia della famiglia, la quale diventa esempio universale della storia di ogni uomo. L’ultimo romanzo dello scrittore lucano proietta il lettore alla scoperta di una moderna Torre di Babele, metafora dei ricordi e delle memorie di intere generazioni da non dimenticare, ma da preservare e raccontare.

All’incontro, a cura del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e di Officine Culturali, saranno presenti insieme all’autore la prof.ssa Clelia Martignoni, docente dell’Università degli Studi di Pavia, la prof.ssa Domenica Perrone, docente dell’Università degli Studi di Palermo e la scrittrice catanese Elvira Seminara.

Scheda del libro:
A conclusione di una serie di romanzi che hanno disegnato in questi quindici anni il destino delle genti di Lucania durante il lungo e drammatico attraversamento di un tempo sospeso tra il nuovo e l’antico, la fervida e generosa immaginazione di Giuseppe Lupo si condensa in un’unica, inarrestabile ascesa nel silenzio solitario degli uomini e nel racconto che i muri evocano delle generazioni durante tutto il secolo che ormai sta per chiudersi insieme al secondo millennio dopo la nascita di Cristo. Non è una saga questa di una Lucania diventata Lupania e neppure una mitica leggenda, piuttosto un paziente e amoroso rendiconto di una conquista, stanza sopra stanza, piano dopo piano, poi abbandonata per rivolgersi a nuove mete, in un altrove lontano; un bilancio tra storia e memoria dove i conti debbono in ogni caso quadrare, perché ormai vanno chiusi, e anche in fretta, con la vendita di tutta la “casa verticale”, ricorrendo a ogni forza ci venga dal riemergere dei ricordi, mentre le parole svaniscono in un definitivo silenzio. Lupo traccia un bilancio esistenziale e morale che va oltre il rimpianto, sfidando il futuro con l’entusiasmo del sogno e la concretezza del gesto: certo, molto intanto si è perso, scomparso nei tempi che sono stati, ma altro ci aspetta e la memoria così raddoppia la forza e lo slancio; in fondo il meglio ha radici nel passato da dove veniamo, ma le nuove foglie che crescono a primavera sono protese in avanti, alla ricerca della luce del sole. La lingua di Lupo, ogni volta sorprendente e improvvisa, si accende nell’invenzione metaforica e si rinnova tra storia e memoria, tra ragione e sentimento, tra fede e convinzione: la civiltà della tradizione, che pure scomparve nel millennio che è stato, resiste caparbia nella sete di vita dei suoi avventurosi nipoti e, quindi, ci possiede e ci appartiene persino oltre se stessa. Di questa epopea Lupo, con L’albero di stanze, si conferma appassionato e sincero testimone, autentico e luminoso cantore, in un romanzo che segna con dolente e sofferta coscienza la conquista di una vita nuova.

Scheda dell’autore:
Giuseppe Lupo è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e di Brescia. Per Marsilio ha pubblicato L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello opera prima, Prix du premier roman), Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli (2008; Premio Grinzane Cavour-Fondazione Carical, Premio Carlo Levi), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Campiello-Selezione giuria dei letterati, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì) e Atlante immaginario (2014). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del «Sole 24 Ore» e di «Avvenire».